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La società Conciapelli di Bra cambia lo statuto

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E’ la più antica società operaia di Bra ed oggi, martedì 3 febbraio 2015, ha rinnovato completamente il suo statuto dopo 144 anni di storia. Nata nel 1871 dall’iniziativa di un gruppo di persone impegnate nelle diverse concerie della città della Zizzola, la storica sede di corso IV Novembre della Società operaia di mutuo soccorso Conciapelli di Bra ha costituito nel suo secolo e mezzo di attività un punto di riferimento e di incontro per molti braidesi, oltre che spazio di discussione, di dibattito e di aggregazione per più di una generazione, continuando tutt’oggi a svolgere la funzione di luogo d’incontro.

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Alla presenza del notaio Alberto Siffredi di Fossano, la società ha adeguato le sue norme a quanto prescritto dal decreto legge 179 dell’ottobre 2012 e dal successivo decreto ministeriale del 2013, che ne obbliga l’iscrizione nella sezione delle imprese sociali all’interno del registro delle imprese. Per questo, il presidente Renato Cavana ha convocato i 145 soci per approvare una serie di modifiche statutarie che di fatto hanno stravolto il documento fondamentale del sodalizio, la cui ultima rilevante modifica risaliva a circa cinquant’anni or sono.

Alla presenza di una cinquantina di soci, sono stati così meglio definiti i compiti degli organi statutari della società (il presidente, il consiglio di amministrazione e l’assemblea dei soci), oltre ad adeguare alle nuove disposizioni di legge la norma in merito al trasferimento dei beni immobili della società in caso di scioglimento. Non essendo più conforme alle novità legislative degli ultimi anni la vecchia norma che prevedeva la devoluzione dei beni all’ospedale Santo Spirito di Bra, con il nuovo statuto, in caso di scioglimento, si è stabilito che i beni della società saranno assegnati ad un’altra società di mutuo soccorso che sarà scelta dall’assemblea.

La Società conciatori braidesi nasce nel settembre 1871 con una quarantina di soci industriali (considerati soci onorari) e circa 200 operai, che si impegnarono a pagare 80 centesimi al mese, con lo scopo di garantire un fondo di soccorso in caso di malattia (1 lira al giorno).

Comunicato Stampa

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