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Falchetto un esempio di come le frazioni non muoiano, ma restano abitate e vive

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Falchetto è una piccola località di Bra, poiché la frazione rurale è posta tra Bra e Cavallermaggiore in realtà prende nome dalla località dove è sita la chiesa parrocchiale di Boschetto. Anticamente il nome all’abitato lo prendeva dove era situata la chiesa, Boschetto in realtà ha sole qualche decina di abitanti, mentre la località Falchetto ne conta circa 200 . E’ una realtà in pieno sviluppo e piena di attività: da quelle ludiche, a quelle ecclesiali giù giù sino alle attività commerciali che ormai si stanno affiancando alle numerose aziende agricole familiari che sono presenti nell’abitato. La realtà frazionistica è animata e coordinata da Benito Gentile, autentica colonna della frazione: è lui il coordinatore della bocciofila falchettese che da anni attrae anche molte persone dalla vicina Bra. Su sua ispirazione, nel mese di agosto gli abitanti della frazione hanno rimesso a nuovo la cappella della Madonna della Neve, posta all’ingresso dell’abitato della località, la cui origine di perde nella notte dei tempi: si parla di un ex lazzaretto, su cui verso l’inizio del secolo XIX è sorta questa cappella devozionale, da cui parte ogni anno la processione verso la Chiesa parrocchiale la prima domenica di settembre in occasione della festa patronale. E’ lui assieme ad altri frazionisti l’organizzatore della manifestazione falchettese, molto semplice ma che richiama ogni anno tante persone per partite a bocce, carte e calcio per culminare nella “cena dell’amicizia”. Poi sono sorte alcune attività molto importanti a conduzione familiare, che non solo danno lavoro a famiglie e figli, ma che hanno ottenuto un grande successo per via della qualità dei loro prodotti con la filosofia “produttore-consumatore”: la polleria dove si trovano anche conigli e faraone di Beppe Ternavasio, il riso ormai prodotto nella zona da Ernesto Allocco e i suoi figli, ma che ha avuto come grande pioniere nella zona la famiglia del compianto Piero Donalisio, senza dimenticare l’attività di carni di Nino Ternavasio. Ultima , ma non per importanza la “scuola per cani” della famiglia Bernocco. Tra le attività da qualche anno è nato, a livello amatoriale anche il “Gruppo Volo Falchettese”, specializzato in volo per modellini d’aerei. Abbiamo lasciato per ultimo la realtà ecclesiale, ben radicata, solida grazie alla preveggenza di un ex parroco della frazione, don Filippo Barbero, che mettendo subito in pratica il Concilio Vaticano II “I laici […] possono anche sentirsi chiamati o essere chiamati a collaborare con i loro Pastori nel servizio della comunità ecclesiale, per la crescita e la vitalità della medesima, esercitando ministeri diversissimi, secondo la grazia e i carismi che il Signore vorrà loro dispensare” (Gaudium et Spes) aveva già allora affidato ai laici grande spazio per la pastorale, tanto è che la parrocchia, che ha come parroco don Giuseppe Brunato di Cavallermaggiore, ma non parroco residente in parrocchia ormai da anni, è viva, funzionante e soprattutto non manca di alcun servizio per la gente del posto (eucarestia ai malati, apertura della Chiesa, catechesi). In questa crisi generalizzata, Falchetto è un esempio di come le frazioni non muoiano, ma restano abitate e vive, cercano di “reinventarsi” dal punto di vista economico, nuove attività senza abbandonare quelle tradizionali, cioè agricole. Un bell’esempio per tutti in questo periodo di crisi e anche per le altre realtà rurali.

Lino Ferrero

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